Scuola

Novità in sede di PEI in seguito all’approvazione del D.L. 66/2017

A partire dall’approvazione del D.L. 66/2017 le indicazioni pedagogiche e le proposte operative rientrano finalmente a far parte del PEI documento che deve essere redatto con la stretta collaborazione della famiglia.

Vediamo che cosa la normativa apporta come necessità in fase di redazione del PEI tenuto conto della la Classificazione internazionale del funzionamento, della disabilita’ e della salute (ICF) dell’Organizzazione mondiale della sanità, approvata il 22 maggio 2001

Art. 7 Piano educativo individualizzato

c) individua strumenti, strategie e modalità per realizzare un ambiente di apprendimento nelle dimensioni della relazione, della socializzazione, della comunicazione, dell’interazione, dell’orientamento e delle autonomie;
d) esplicita le modalità didattiche e di valutazione in relazione alla programmazione individualizzata;
e) definisce gli strumenti per l’effettivo svolgimento dell’alternanza scuola-lavoro, assicurando la partecipazione dei soggetti coinvolti nel progetto di inclusione;
f) indica le modalità di coordinamento degli interventi ivi previsti e la loro interazione con il Progetto individuale;
g) e’ redatto all’inizio di ogni anno scolastico di riferimento, a partire dalla scuola dell’infanzia, ed e’ aggiornato in presenza di nuove e sopravvenute condizioni di funzionamento della persona. Nel passaggio tra i gradi di istruzione, compresi i casi di trasferimento fra scuole, e’ assicurata l’interlocuzione tra i docenti della scuola
di provenienza e quelli della scuola di destinazione;
h) è soggetto a verifiche periodiche nel corso dell’anno scolastico al fine di accertare il raggiungimento degli obiettivi e apportare eventuali modifiche ed integrazioni.

Queste novità introducono finalmente uno strumento molto utile per evitare di cadere nella trappola di circoscrivere e la complessità dell’alunna/o, delle sua caratteristiche alla sua difficoltà: l’alunna/o non è le sue difficoltà, ma manifesta più o meno competenze, più o meno difficoltà a seconda del contesto che incontra. Finalmente anche la normativa ci supporta nel pensare che il funzionamento umano è strettamente legato al contesto e da questo dobbiamo assolutamente partire per renderci conto di come funziona un bambino e ipotizzare strategie utili al fine di contrastare gli handicap.

Pertanto per definire un progetto educativo didattico il punto di partenza deve essere non tanto o non solamente il descrivere le sue aree deboli, ma soprattutto conoscere come “funziona” nelle diverse situazioni per andare alla ricerca di quelle che sono le barriere (contestuali e relazionali) e i facilitatori:

  • che cosa per lei/lui rappresenta un ostacolo (e quindi fa emerge e potenziare le sue aree deboli)?
  • cosa al contrario la/lo sostiene (contrasta le sue difficoltà)?

Non va solo quindi redatto un elenco di punti deboli dell’alunna/o (quantificandoli), ma vanno individuate, anche utilizzando lo stile della narrazione, le barriere comportamentali ed ambientali che impediscono la sua piena partecipazione alla società sulla base del principio di uguaglianza e pari opportunità.

E’ importante quindi per realizzare una documentazione efficace e rispettosa della Persona passare:

  • Dall’enfasi sulle patologie all’importanza delle relazioni sociali
  • Dalle condizioni soggettive ai condizionamenti ambientali e sociali
  • Dal concetto che la disabilità sia nella persona alla convinzione che si debba rintracciare nell’ambiente