Tutti gli studenti devono usare gli stessi libri di testo e condividere con il resto della classe tutti gli strumenti della didattica. Anche i bambini con disabilità o con difficoltà. Questo è quello che chiamiamo “adattamento”, ovvero mettere a disposizione di tutti e rendere parimenti efficaci i medesimi strumenti e materiali, attraverso una semplificazione del testo che risponda così ai bisogni e alle caratteristiche di ogni singolo alunno, modificando sia il contesto didattico, che il modo di fare lezione e di apprendere.” fonte
Riportiamo di seguito un riflessione circa alcune strategie utili per utilizzare il libro di testo in una didattica inclusiva
di Andrea Davolio
Dal mio punto di vista non acquistare il libro di testo per l’alunno/a con deficit in quanto non sa leggere, sarebbe come non acquistare il cibo per una persona che non sa cucinare. Si potrebbero benissimo al giorno d’oggi affrontare le varie tematiche scolastiche senza il libro di testo (non solo per l’alunno con bisogni speciali ma tutto il gruppo classe) avvalendosi di ricerche in internet, biblioteche, interviste ad esperti come modalità di acquisizione di dati e conoscenze su praticamente tutto e questa sarebbe una alternativa al libro di testo. Ma non acquistarlo in quanto senza saper leggere, sarebbe inutile, non e’ sicuramente una motivazione sufficientemente valida. Se la classe segue il testo e il compagno con bisogni speciali no, significa che gli sono preclusi momenti nei quali anche senza saper leggere potrebbe, con l’aiuto dell’insegnante di sostegno, ricercare nel testo le immagini significative di alcuni concetti chiave per, per esempio, predisporre un cartellone riassuntivo dell’unità didattica – tipo schema a grappoli. I testi delle scuole superiori non sono sempre ricchi di immagini come quelli della scuola primaria o delle medie; si potrebbe rendere necessario, quando nel libro di testo non si dovessero trovare immagini chiave, fare ricorso ad internet o alla biblioteca e questo mostrerebbe all’alunno quella complessità che fa evolvere il pensiero: “stiamo cercando la foto della ghigliottina, sul libro non c’e’, allora andiamo a cercarla su internet”. Ricopiare poi la scritta GHIGLIOTTINA su google, scegliere l’immagine, stamparla, ritagliarla e incollarla sul cartellone sarebbero poi ulteriori passaggi che aiuterebbero l’alunno a fissare il percorso e a ricordare. In modo tale che, come più volte suggerito, anche all’interno di una programmazione differenziata, l’alunno con bisogni speciali possa ad esempio affrontare in classe con gli altri la prima settimana di studio di una determinata unità didattica adoperandosi con l’insegnante di sostegno e un piccolo gruppo di compagni, (magari i più attenti, non i bisognosi di ripasso) per ricercare i concetti chiave, le foto che li descrivono, pensare le didascalie da apportare sotto alle foto e costruire un cartellone, non solo per lui ma che possa fungere da memoria generale del tema per l’intera classe. Poi nella seconda settimana, quando i contenuti diventano più dettagliati e specifici, l’alunno potrebbe passare al trasportare il contenuto del cartellone in un Power Point e arricchirlo coi suggerimenti del gruppo classe (in questo caso anche se lo facesse fisicamente in altra aula , sarebbe comunque un’attività integrata con il gruppo classe perché si tratterebbe di un’attività complementare e utile per tutti). Nell’ultima parte dell’unità didattica, prima della prova, il cartellone trasformato ed arricchito in Power Point potrebbe costituire una base di ripasso per tutti ed essere lo strumento di verifica per l’alunno. Infatti il presentare alla classe il suo lavoro prima della prova potrebbe costituire la prova vera e propria, sostitutiva di quella scritta, adeguata, differenziata perché non sa leggere. Il fare il cartellone, riprenderlo in mano per trasportarlo in PP, il mostralo alla classe, sono i momenti di studio dell’alunno con bisogni speciale; prendere CD già pronti sui vari temi, materiali già organizzati, Power Point già predisposti toglie all’alunno la possibilità di seguire un processo di costruzione del sapere e lo obbliga, per imparare ,a guardare e riguardare, ascoltare e riascoltare il contenuto del CD già confezionato e facilitato. Il mio consiglio e’ quello di costruire il materiale assieme all’alunni e alla classe. Il meta apprendimento, il metodo di studio che si impara nel costruire il percorso, e’ forse l’unica cosa che gli alunni ricorderanno a distanza di anni: tutti, non solo l’alunno con bisogni speciali. Oggi la Scuola dedicato spesso troppo poco tempo all’insegnamento del metodo di studio.
Ricapitolando:
- unità didattica: es. Rivoluzione Francese – Il Romanticismo – Il corpo umano…
- visionare a casa o a scuola un film sul periodo o altro materiale stimolo per anticipare e entrare in argomento
- prima settimana a scuola preparare cartellone cercando foto dei concetti chiave e trasportarle su uno schema a grappolo (foto prese dal libro di testo e integrate con internet, biblioteca, ecc…)
- seconda settimana a scuola trasportare e trasformare il cartellone appeso in classe in un PP
- far illustrare dall’alunno con bisogni speciali il Power Point finito alla classe come ripasso e farlo coincidere con la prova adattata per lui.
Nello specifico di quali libri di testo parliamo? Credo che per Storia, Geografia, Lettere, Scienze, Arte… e altre materie simili dal punto di vista dell’organizzazione strutturale del sapere (riassumibili con schema a grappoli, momenti prima-dopo, correnti di pensiero, letterarie, ecc…)