Casa

L’armadio – un’occasione per lo sviluppo del pensiero e del linguaggio

Con l’arrivo della primavera le famiglie che già da tempo ci seguono sanno che si propone un’utile occasione per implicare attivamente i ragazzi in una condizione potente per lo sviluppo del pensiero e del linguaggio: il “cambio dell’armadio”. Reinviamo qualche breve consiglio così da ricordarlo a tutti, in modo che possa essere utile anche per le famiglie entrate di recente nel Percorso. 

La quotidianità in casa offre moltissime occasioni ed opportunità per lo sviluppo cognitivo in una dimensione affettivamente forte. L’organizzazione di un armadio può divenire un fare insieme, può essere una occasione in casa per riflettere sull’uso degli spazi, delle funzioni e delle regole convenzionali. L’organizzare un armadio può divenire un riferimento concreto su cui ritrovare esperienze ed analogie implicite con quanto consigliato in altre piste. L’organizzazione laboratoriale di un percorso di attività comuni in una casa diviene un’occasione per organizzare la propria memoria (non tutti sanno organizzare un armadio, si conosce dove sono gli indumenti, anche se non sempre, ma l’architetto dell’organizzazione è solitamente la mamma). La riorganizzazione degli abiti, mettendo da parte quelli più caldi per far spazio a quelli più leggeri oltre ad aiutare a riflettere e a prendere maggior consapevolezza sul passaggio della stagione propone un’ulteriore occasione per riflettere sugli spazi, sulla loro funzionali, sul diventarne padrone e responsabile attivo, sulle regole…. L'”adesso si sta facendo più caldo, andiamo a cercare gli abiti più leggeri messi via l’anno scorso, sistemiamo gli abiti invernali in uno spazio dedicato (compriamo delle scatole per metterli via ordinati… una blu per le maglie, una rossa per i pantaloni ecc…) e organizziamo quelli primaverili a portata di mano, pronti per essere usati” diviene un occasione per riflettere sull’organizzazione dell’armadio, sull’organizzazione dello spazio. L’armadio, per la sua funzione, può divenire una struttura che è di ausilio all’organizzazione cognitiva, un’esperienza organizzativa molto potente che fa appello a delle regole spaziali e funzionali concordate. Ante, ripiani, cassetti, scansie contengono indumenti di diverso colore, forma e funzione; contengono la mia, la tua, la sua camicia, giacca, maglia … Sopra, in alto, sotto, in basso, in fondo, avanti … Implicare la persona a partecipare, facendosi “aiutare”, significa farle “vivere” un percorso organizzativo, un percorso con delle regole logistiche funzionali, significa farla partecipare ad una serie di attività che provocano occasioni di conoscenze e scoperte. “Prendi questo maglione verde, vieni con me che vado a mettere nei cassetti le camice bianche e i tuoi calzettoni rossi, vieni che mi aiuti”. Il partecipare all’organizzazione dell’armadio significa, successivamente, quando si andrà a scegliere i vestiti o a ritrovare le camicie, i calzini, le mutande … fare una vera e propria azione di ricerca “sgombrando il campo” dei miei pensieri (selezionando preventivamente) dagli oggetti che non mi servono, che non sto cercando, per raggiungere ciò che sto cercando: è proprio con questa attività di selezione, di discriminazione che vogliamo sollecitare nella persona la capacità di osservazione, di memoria. L’armadio diviene così una struttura architettonica concreta di riferimento per la mia organizzazione cognitiva, un grande archivio dei miei ricordi se, nel rimettere a posto i vestiti con la mamma, mi è stato ricordato di quando li ho indossati, con chi ero e in che occasione. “… ecco la maglia che ti ha regalato tuo fratello/sorella, ricordi quando te lo ha portato dal viaggio…., com’è morbida e di un bel blu brillante, proprio il colore che ti piace tanto”. Sopra, sotto, dietro, davanti, vicino, lontano, grande, piccolo, pesante, leggero, morbido,… un innumerevole archivio di conoscenze e di ricordi.L’armadio, la sua struttura, gli abiti, la loro collocazione, forma, funzione, ricordi che propongono, possono divenire una proposta, un’occasione per organizzare l'”intelligenza”; l’armadio, la sua struttura può divenire ed assumere la potenza di uno strumento per l’organizzazione dei ricordi, della memoria. Certamente non si tratta di insistere nel voler fare insieme tutto il cambio dell’armadio, ma di prendere parte a questo movimento, di prendere parte attiva di una porzione di gestione di uno spazio che mi appartiene, che mi riguarda, che mi racconta in una dimensione di condivisione, di complicità… in cui il fare insieme è occasione per intessere una dimensione empatica che propone spunti per il chiacchierare.